Esposizione dei Lavoratori ai Campi Elettromagnetici
Adempimenti secondo il T.U. 81/08
L’esposizione dei Lavoratori ai Campi Elettromagnetici riguarda tutte quelle effettua la valutazione dei rischi derivanti dai campi elettromagnetici secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo del 9 aprile 2008, n. 81 e dal Decreto Legislativo del 1 agosto 2016, n. 159.
Studio Fisico Veneto esegue misurazioni con strumentazione all’avanguardia.
Effetti del campo elettromagnetico sul corpo umano
I meccanismi di interazione dei campi elettromagnetici con la materia biologica accertati si traducono sostanzialmente in due effetti fondamentali: induzione di correnti nei tessuti elettricamente stimolabili, e cessione di energia con rialzo termico. Tali effetti sono definiti effetti diretti in quanto risultato di un’interazione diretta dei campi con il corpo umano. Alle frequenze più basse e fino a circa 1 MHz, prevale l’induzione di correnti elettriche nei tessuti elettricamente stimolabili, come nervi e muscoli.
Gli effetti diretti si manifestano al di sopra di specifiche soglie di induzione: l’attuale quadro delle conoscenze consente di disporre di un “razionale” (cioè una base logico-scientifica) per la definizione di valori limite di esposizione che ne prevengano l’insorgenza in soggetti che non abbiano controindicazioni specifiche all’esposizione.
Oltre agli effetti diretti, esistono effetti indiretti che possono avere gravi ricadute sulla salute e sicurezza e pertanto vanno prevenuti. E’ da tener presente che nella maggior parte dei casi il rispetto dei livelli di azione prescritti per i lavoratori dall’attuale normativa non garantisce la prevenzione degli effetti indiretti, che vanno presi in esame in maniera specifica, facendo riferimento in primo luogo al rispetto dei valori limite espositivi prescritti per la popolazione generale e per i luoghi aperti al pubblico.
Persone particolarmente esposte al rischio campi elettromagnetici
Alcuni gruppi di lavoratori sono considerati particolarmente a rischio per i campi elettromagnetici. Tali lavoratori non possono essere protetti adeguatamente mediante i livelli di azione stabiliti dal D.lgvo 81/08 e perciò i datori di lavoro devono valutare la loro esposizione separatamente da quella degli altri lavoratori.
METODOLOGIA DI VALUTAZIONE RISCHIO CAMPI ELETTROMAGNETICI
Il Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro prevede che la valutazione dei rischi derivanti da esposizione al rumore (e a tutti gli altri agenti fisici) sia effettuata da personale qualificato, in possesso di specifiche conoscenze in materia (D.Lgs 81/08, art. 181, c. 2).
Una prima valutazione consiste nell’effettuare il censimento delle sorgenti presenti nell’ambiente di lavoro.
Le sorgenti saranno poi distinte in “giustificabili” ovvero che non necessitano di misure (norma CEI EN50499) e sorgenti per le quali il rischio elettromagnetico necessita di misure per stimare l’esposizione del personale.
Una lista non esaustiva di sorgenti che richiede una valutazione strumentale è la seguente:
- Elettrolisi industriale
- Saldatura e fusione elettriche
- Riscaldamento a induzione
- Riscaldamento e saldatura dielettrica a RF e MW
- Magnetizzatori/smagnetizzatori industriali
- Dispositivi a RF per plasma
- Apparecchi elettromedicali (radarterapia, Marconiterapia, tecarterapia, magnetoterapia…)
- Sistemi elettrici per la ricerca di difetti nei materiali
- Radar
- Trasporti azionati elettricamente: treni e tram
- Essiccatoi e forni industriali a microonde
- Antenne delle stazioni radio base (lavoratori addetti all’installazione e manutenzione)
- Reti di distribuzione dell’energia elettrica nei luoghi di lavoro con correnti >500 A
Servizio di misurazione e valutazione del rischio da campi elettromagnetici
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